La gente mi chiedeva che cosa facessi con questi strumenti: io rispondevo dicendo che per me erano più che amici, mi facevano sentire protetto. Con loro mi sentivo me stesso. Nonostante dicessi questa frase in tutta serenità, non riuscivano a capirmi. Tutti intrapresero strade diverse, io in seguito studiai musica. Ho vissuto prima ad Alessio, dove mi occupavo spesso e volentieri di musica; proprio lì ho cominciato ad appassionarmi ancora di più agli strumenti musicali e folkloristici. Suscitavano tanto interesse in me, attirandomi in modo incredibile. Possiedo tutti i gruppi di strumenti musicali di tutte le varie regioni albanesi, divisi in vari gruppi come membranofoni, cordofoni, aerofoni, ecc… Ho cominciato la mia collezione da vari tipi di flauti, tamburelli, sitra, lahuta, curla dyjare del sud, çiftelia degli altopiani di Tirana, strumenti ad ancia, pipeza, e altri.
Quanto impegno ci ha messo per conservare tutti questi strumenti?
Tanto, tantissimo. Da tenere presente che nella mia collezione ci sono circa 110 strumenti musicali, tuttora perfettamente funzionanti. E questi strumenti non sono più tramandati nelle informazioni popolari, così com’è ormai fuori uso la mia lahuta di Vermoshi, perché prodotta dal legno di panna molto frequente in questa regione. Difficile da immaginare. C’è stato un periodo in cui lavoravo tutto il tempo fino alle 4 o 5 del mattino: tutto il mio lavoro su questi strumenti lo svolgevo praticamente di notte.
Ai tempi di Enver Hoxha nessuno sapeva di ciò. E non lo dicevo a nessuno,non volevo suscitare invidie e poi magari mi avrebbero chiesto il perché di tutta questa fatica… Casa mia era un segreto e non volevo che gli altri sapessero. La gente non capisce mai questo genere di cose. L’unica a sapere è stata mia moglie, la quale si preoccupava più che altro del fatto che non mi stancassi troppo visto che non ne avevamo bisogno. Mi procuravo gli strumenti con l’aiuto di tre operai, uno di loro era il maestro Ramazan Gura, che mi ha aiutato ogni volta che chiedevo il suo aiuto. Non dimentico mai quello che mi diceva: “Per te non risparmierei nemmeno un’ora del giorno o della notte”.
Il problema di questi strumenti musicali è che hanno bisogno di cure per essere conservati e protetti, ad esempio dai cambiamenti climatici, altri invece devono essere rifatti di nuovo, ma soprattutto devono poter respirare grazie al nostro respiro. Sono delicati. Spesso la temperatura a casa raggiungeva i 40 gradi e questo provocava screpolature nel legno. Una rovina per il mio lavoro, dovevo rifare tutto daccapo! Così cominciai a regolare da me l’umidità e il calore a casa. Durante un viaggio in Italia nel 1991, comprai due barometri molto costosi. Così sono riuscito a salvarli e li conservo da oltre 40 anni nel mio studio. Mi creda, 40 anni significano spese per nulla trascurabili. Ma c’è poco da fare, questo e altro per i piaceri della mia anima.
Parliamo della convivenza con questi strumenti musicali. Ci sono stati altri appassionati che hanno cercato di comprare il suo tesoro?
Oh sì, quelli non mancano mai. Ma non potrei mai vendere i miei strumenti. Ormai sono una parte di me, siamo una fonte di vita l’uno per gli altri. Se non ci fossero soffrirei. Grazie a loro ho composto musica per film, per vari festival, ecc… Ecco perché è un tesoro che va ereditato. Un giorno due commercianti cinesi sono venuti ad incontrarmi, non so proprio come facessero a conoscermi; uno di loro mi disse che dovevo solo aprire bocca ed era pronto a darmi tutto quello che volevo. Disse che aveva spazio sufficiente e che gli servivano.
Ma non potevo accettare l’offerta. Quegli strumenti sono parte della nostra tradizione popolare, non posso venderli, neppure a caro prezzo! Ho partecipato a mostre in vari Paesi del mondo. Le persone che sono venute da me sono tante: esperti di musica, studenti, anche turisti. Un giorno sono arrivati tre pullman di turchi, c’era così tanta gente che entravano a vederli in gruppi da cinque! In effetti dovrebbero essere aperti al pubblico, non sbarrati nel mio studio.
Qual è il loro costo e qual è stato il primo strumento a far parte della sua collezione?
È il costo di un tesoro unico, tenendo conto anche delle spese di mantenimento. C’è uno strumento di corno che credo provenga dalle montagne di Scutari e che ho comprato a Kruja al costo di 1.000 lek con la moneta nuova. Si tratta di un corno intagliato di oltre 150 anni fa, strumento moderno che non perde mai il suo valore. Se ti trovi ad esempio nei pressi del Palazzo dei Congressi, si riesce a sentirlo fino alla vecchia stazione ferroviaria di Tirana. All’inizio, nel bazar di Kruja si potevano trovare delle vere e proprie perle della cultura albanese. Ci sono andato 20 anni fa e mi sono vergognato, perché aveva perso ogni valore, si trovavano ormai solo delle brutte copie. Io sono in grado di riconoscere gli strumenti anche senza toccarli. C’è chi senza il minimo scrupolo usa il tubo di tende antiche come flauto o addirittura i tubi delle fontanelle.
Possiedo anche un osso, ritrovato a una profondità di 4 o 5 metri. Nella zona di Fushkuqe, a Laç, quell’osso si usava per suonare un altro strumento, per chiamare qualcuno o qualcosa del genere. Forse serve per fare silenzio in un posto pieno di gente, come visto da alcuni esperti italiani che hanno visitato l’Albania.
Gli strumenti sono tutti albanesi; ci sono somiglianze con altri strumenti balcanici e di altri Paesi?
Questa è una bella domanda, curiosa. Sono assolutamente tutti albanesi, prodotti dalle persone stesse che li usavano. Sono per così dire i primi inventori. La lahuta è simbolo dello strumento albanese per eccellenza. Nel caso ci fossero strumenti che non riuscivo a comprare, perché non sempre ho avuto una buona disponibilità economica, allora li riproducevo da me allo stesso identico modo in cui venivano prodotti dai grandi maestri del popolo che li hanno inventati. In questo mi hanno aiutato tantissimo Zef Pershtjefa e Zef Staka. Bisogna anche stare attenti perché la cultura musicale è in continuo movimento, e viene interpretata in vari modi.
Ogni Paese del mondo possiede i propri strumenti musicali che sono diversi dagli altri, o meglio, li suonano in modi differenti perché la cultura migra. Così come una parte della nostra musica è stata portata dagli eserciti occupanti, come l’armonica a bocca, la lahuta con 8 fili, ecc … da non confondere con la lahuta a un solo filo.
L’ultimo strumento comprato?
È un diffusore vocale, che limita il respiro e permette alla voce di continuare in linea retta, come in un imbuto. Più o meno una specie di megafono.
Mark, che cosa vorrebbe fare con questi strumenti della nostra cultura?
Ehhhh… Con questi strumenti, come dicevo prima, ho partecipato a varie mostre in diversi Paesi del mondo. Gli stranieri sono molto curiosi, perché non vogliono perdersi i dettagli. Io chiedo semplicemente che questo tesoro nazionale non rimanga chiuso nel mio studio, dove i turisti e gli studiosi sono costretti a telefonarmi per potervi accedere. Dovrebbero invece essere aperti a tutti, per cui vorrei che questo tesoro venisse esposto in modo permanente da qualche parte nel centro di Tirana; raggiungibile dai turisti,ma anche dagli albanesi stessi.
Naturalmente io non avrò sempre la possibilità di renderli accessibili al pubblico. Rivolgo la mia richiesta a tutti coloro che pensano che i valori delle generazioni precedenti siano un orgoglio nazionale e che non debbano mai lasciare l’Albania. Si tratta di valori che non si spengono mai. Qualche istituzione dovrebbe assumerne la tutela. Spesso mi è stato chiesto: che tipo di musica hanno gli albanesi?! Ecco, questi strumenti sono un vivo esempio delle gioie, delle emozioni, da essi hanno avuto origine lamenti funebri, canzoni di coraggio, di mare, invocazioni, ecc.: costituiscono un patrimonio per ogni studente e per ogni scuola artistica. Perché la verità su quello che siamo noi oggi inizia da qui.
Che età ha la nostra cultura musicale in termini di gioia e tristezza?
Ci sono strumenti che risalgono a 170 anni fa, e sono tipicamente albanesi. Ad esempio il corno di bue, usato come una sorta di cellulare a quei tempi, un mezzo di comunicazione, che a seconda di come era suonato veniva decifrato in base al codice di gioia o dolore a seconda del caso. Ci sono anche strumenti primitivi come il tegame, da cui è nata una vecchia e famosa canzone albanese: “Bluaj mulli bluaj” (Macina mulino macina)… Nei periodi di prosperità si organizzava una festa dove si cantava facendo girare il tegame accompagnato da parole.
Il flauto, il modello più semplice, era a uno due o tre buchi. Nelle zone del sud lo chiamavano “tredyjar” (flauto a tre buchi). Ci sono poi degli strumenti particolari che gli albanesi chiamano “Le pietre delle api”. Si usavano per suonare una canzone con cui si richiamava l’ape ed essa si presentava nei dintorni: “Benedetta Ape che voli di fiore in fiore, concedimi il tuo miele, abbondante come un ruscello …”
Le api erano sacre e venivano paragonate alle persone. Ecco perché ripeto spesso: questi non sono i miei strumenti musicali. Sono di tutti gli albanesi, che dovrebbero apprezzarli ed ammirare i loro bisnonni.
Che cosa si chiede ora?
Mi chiedo perché amo così tanto questa cultura, perché amo così tanto i valori albanesi. Che cosa è successo? E perché, invece, gli albanesi trascurano queste cose? Mi chiedo anche se verrà mai il giorno in cui questa cultura perduta sarà esposta per sempre e prego tanto perché questo avvenga tramite un’istituzione privata o statale. Io grazie a questi strumenti ho costruito le colonne sonore di alcuni film stranieri.
Ho creato anche musica per la danza, decine di canzoni e musica popolare anche per accompagnare bambini che hanno partecipato a tante attività nazionali ed internazionali. Apprezzo la scienza elettronica che ha inventato così tante cose vive, intendo i suoni. La comodità della pigrizia sta rovinando le persone, perché si sta distruggendo il suono puro, il suono live come si usa chiamarlo dalla televisione. Oggigiorno si compone di tutto, ma non musica albanese vera. I nostri figli potrebbero non sapere più che cos’è la vera musica albanese, ormai si è trasformata in un gruppo di cellule morte ed è molto difficile che venga recuperata.
Chi vorrebbe ringraziare, Mark?
Ringrazio tantissimo Shpend Bregu. È stato lui a rendere possibile l’uscita degli strumenti da quella prigione che è il mio studio. Da tempo è un punto d’appoggio e di forza per me. Ringrazio il Ministero della Cultura e in particolare la ministra Mirela Kumbaro che il 29 settembre, durante la “Giornata Nazionale dei Beni Culturali” e l’iniziativa sempre di questo ministero “Dimostra la Tua Cultura”, ha organizzato una mostra con i miei strumenti musicali, aggiungendo l’esibizione di un’antica performance musicale da parte dell’Ensemble Arketip, con musica dalla mia collezione privata e che privata non dovrebbe essere. Sarei felicissimo se un giorno la nostra musica fosse finalmente suonata come merita.
Tradotto per AlbaniaNews da Daniela Vathi.
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Mark Luli, the instrument Man
There were 8 months that
I want to make an interview with Mark. He is an audio engineer, and he is also
a composer. Mr. Mark is working for several years at the Academy of Arts. He is
artistic director of ARCHETYPES Ensemble, researcher of instrumentology, and a collector of
Albanian folk musical instruments. We can say few things about him, because he
speaks more for his private collection. Finally, we met on a cold September
night, near his studio. He is quiet, and a good connoisseur of sounds. He has a collector
sensibility and this deepens, when he recognize the spaces of desires, which
are associated only with musical instruments and different sounds, that he can
compose beautiful music. We are going to his personal studio. He talks a little
bit about his work, while I want to know everything for this “time sounds” that
make us happiness.
How long do you need to
start the tracing of these musical instruments? And, Mark why precisely this
collection?
My father was
veterinarian, but he has played a lot on lute. On the weddings of that time, he
was the most privileged and respected person. My passion for instruments
started on early ages, at the beginning of adolescence, when everyone wanted to
engage with something like sports, and I was the only one that had a passion
bit different. At my age, I was teased by my coevals, but it was not to a
bitter game. The people asked me, why I want these instruments: and I told them
that these are more than my friend, I feel protected by them. I feel completed!
Even though, when I said in a lovely way that sentence, they certainly do not
understand me. All of my friends chose different branches, and I started
studying music. At the beginning, I lived in Lezha, and I was engaged with
music. In this city I have started to think more about the folk musical
instruments. They surprised me a lot, and I was enough related with them. I
have all of musical instruments groups, where are included all of Albanian
Provinces. I separated them by groups, membranephone, chordophone, aerophone
etc. I had started to collect them, like different types of flute, tambourines,
sitra, lute, etc. Except the, also I have the south double curl, the highland
cifteli of Tirana, reed instruments, cannula instrument etc.
Did
you suffer a lot to save these instruments?
I have
suffered a lot. In my private collection, there are in total 110 musical
instruments that are in function and make musical sounds. And these musical
instruments are no longer used by various popular ensembles. One of these unique
instruments of my collection is the Lute of Vermoshi, which is made with the
wood of maple tree, which grows in Albania. It is hard to imagine, but I had a
period of time that I have been worked all the time, until 4 and 5 am. During
nights, I have done almost everything for these musical instruments. During the
period of monism (Enver) no one knew about these instruments. And I didn’t tell
to anyone, because they will argue with me, why am I doing that, why am I
getting tired etc. My house was my secret place of my things; I did not like,
that the others knew about my instruments. Maybe this is an action that that
people will not understand.
The last
one has been my bride, who had just cares that I would get tired. I maintain
all the equipments, and I have been worked with three masters, one of them is
the master Ramazan Gura, whom has helped me whenever I asked for help. I do not
ever forget what he told to me: I wouldn’t save any hour of night and day, just
to support you in all of this. The problem of these musical instrument is that
they should be maintained, from the temperature changes. There are some of them
that have to reconstructed from the beginning, but above all of these they must
breathe from our breathe (spirit). They are very delicate. Often, the
temperature increased 40 degrees and the wood of instruments cracked. This was
wrecking for my work, because I should have done it from the beginning. So, I
have started to create conditions for the humidity and warmth inside of my
house. When I went in 1991 to Italy, I bought two very expensive barometers. I
have saved them, and today I have “parked” them in my studio, for 40 years.
Believe me, 40 years “parked instruments” have not so small cost. But what I
could do?! These were my heart's desire.
Let
stop to talk a little bit about the convenience with these musical instruments.
Did you have offers that have been tempted to sale these instruments?
Hmm, of
course people that want to buy them are always around. I will never sale these
musical instruments. They are all of my life, if I don’t have this instrument I
will suffer. Through these musical instruments I have composed music for films,
festivals etc. Therefore, this is a fortune that I will give as a heritage. One
day, two Chinese traders came to me, but I do not know where they had heard for
me. They were together, but one of them told me that I am able to take all of
them, just tell me an offer. I have a lot of place, and they are my whole life.
I couldn’t accept to sell them. These musical instruments are part of our folk
tradition, and I cannot sell, despite that I would earn a fortune! I have
demonstrated these instruments to many exhibitions in several countries. There
are many people that had come to me like scholars, students and tourists. One
day came for visit three Turkish buses, and outside of my house was a huge
queue, so the tourists have to enter 5 from 5. But, I think that these
instruments should be closer to the public, and not in my studio.
How much do they cost, and which is the first instrument of your
collection?
The cost of
my collection is a very special, even more if you add the cost of the maintenance.
It is a horny instrument more that 150 years old, which I believe that was
taken at the highlands of Shkodra, and I bought it in the Kruja bazaar for 1000
Lek. This instrument is still modern. If you are located at the “Palace of
Congresses” it can be heard up to the former train station.
Once upon a
time the bazaar of Kruja was full of cultural treasures’, now it is a total
disaster. I visited it 20 days before and it lost any value, everything there
is an ugly copy. I can easily recognise the original instruments even without
touching them. Now, the merchants are not ashamed to construct flutes with old
curtain pipes, or even with tap pipes.
I possess a
bon which was found at a depth of 4 to 5 meters, in the Fushëkuq region in Laç.
This bon was used to play another instrument, or in order to make a
notification, maybe even to set quiet a place full of with people. All these
facts were noticed by some Italian researchers that had come once in Albania.
Are originate Albanian all the instruments? Did they look like any other
instrument in the Balkan or in any other country?
Compliments, this is a very interesting
question. Absolutely, all the instruments are made in Albania, produced by
those who used them in the past, they are the first inventors, for example
Lahuta is the personification of an Albanian original instrument. Sometimes,
when I had not opportunities to buy instruments, because I was not always in a
good economic situation, I produced them by myself, like the masters who have
invented them. In order to produce the instruments, two of my friends have
helped me Zef Përshtjefa and Zef Staka.
We have to keep in mind that the
music culture is always moving. It is interpreted through different ways. Every
country in the world has its own instruments, but they have different ones,
they have different way of playing, because the culture migrates, such as
happened with some of our music have been brought to us by the conquering
soldiers, as the mouth harmonica, lute with 8 wire etc ... Let's not confuse
this with the Lute with a single wire.
Which is the last instrument that you bought?
The last
instrument that I bought is a loudspeaker, which limits state and allows the
spirit to move forward voice. Like in a funnel. It looks like a megaphone.
Mark what do you plan to do with these instruments of our culture?
Ehhhhhhh! With
these musical instruments I have opened different exhibitions in many
countries. Foreigners have more curiosity on them, because they like details. I
wish that this national value won`t stay confined at my studio, where tourists
and researchers call me on the phone to open the door of in order to let them
visit it. These instruments should be exposed in order to make them visible to
everybody, that`s why I ask to expose these treasury somewhere in the centre of
Tirana. It should stay close to the tourist, but even closer to Albanians,
because I won`t have always the circumstances to make them visible to the
public. I address my call to all those who think that the ancestral and
national values should not come abroad. These values are eternally, and for
this reason a state institution should protect them, because there are so many
places where they can be exposed. Often people have asked me: What kind of
music plays you Albanians?! Here, they are an example of joys, emotions,
singing with them are oil, bravery, call, sea songs etc.
These are
an asset to every student and every school of art, because from here starts the
truth of who we are.
How old is our culture, the happiness or sadness music?
There are
Albanian instruments 170 years old. For example, ox horn, that was called the
mobile phone of that period. It was kind of communication tool, which is like a
code that means happiness or sadness. There are still primitive instruments,
like pan, which is singing the song: Grind mill grind... In the period of
blessings the people celebrate and sing a song by rotating pan. The flute is a simple instrument with one, two
or three holes. But, there are also the stones of bee. With them is sung the
song of bee and it comes there: “You are blessed bee that walks from flower to
flower, gives me honey, but as a stream... (a lot). It was said that the bees
for these people does not dying like animal, but dying like humans. The bee
equated with human, because it is so holistic. So I often say: These are not my
musical instruments, they are of Albanians, and are they that need to see and
admire their ancestors.
Do you ask yourself for something?
I wonder
why I love this culture so much, why I love so much the Albanian values. What
is happening? And why Albania people ignore these things? I wonder, when will
come that day, that this losing culture will exposed forever, and I pray that
this thing will happen from an private or public institution. I have composed
the soundtracks of some foreign movies with these musical instruments. I have
composed music for ballet performance, dozens of popular songs for adults and children,
who have participated to national and international activities. It is a good
thing that the electronic science that has invented all the live things, that
in mine case are sounds.
Comfort for
laziness is a bed thing, because nowadays are composed artificial sounds, and
we can hear less the natural one. We are not composing any more in Albanian.
Our children will not recognize the Albanian music, it has been transformed
into a group of dead cells without pulse, that it is to hard to win again its
identity.
Do you want to thank somebody?
I am
very grateful to Mr. Shend Bengu. He is the executor of these musical
instruments from “the prison” of my studio. He always gave me strength. I
am grateful and I thank the Ministry of Culture and in particular
Ms. Mirela Kumbaro, that on September 29 for "The National Cultural
Heritage Day" at 18:00 will organize an exhibition with my musical
instruments called "Show Your Culture", where they will introduce a
musical performance by the ensemble of ancient archetypes, with music from my
private collection: that shouldn`t be private any more. I would be happy, if
one day our music will be done correctly.
Translated by Klara Kodra